venerdì, marzo 21, 2008

Alle politiche IO NON VOTO - manuale d'uso

D.P.R.n°361 30 marzo 1957, la LEGGE che vi consentirà di rifiutare la cartella elettorale alle prossime elezioni.
Il regolamento per il calcolo del premio di maggioranza prevede che anche i voti bianchi o nulli entrino nel calcolo favorendo indirettamente chi ha preso più voti.
ESISTE un MODO per evitare ciò!
Art.4:
1. Il voto è un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere garantito e promosso dalla Repubblica.
Questo è il sistema DA USARE per rifiutare la cartella elettorale:
1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI E LA TESSERA ELETTORALE
2) FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
3) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO AVERLA VIDIMATA),
dicendo: "Rifiuto la scheda e chiedo che sia verbalizzato!"
4) PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA
5) ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO DI AGGIUNGERE, IN CALCE AL VERBALE, UN COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO
(ad esempio, ma ognuno decida il suo motivo: "Non mi sento rappresentato da questa classe politica")
COSI FACENDO NON SI VOTA E SI EVITA CHE IL VOTO, NULLO O BIANCO, SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO MAGGIORITARIO.

17 commenti:

trinity ha detto...

Grazie Tarzan!

tarzan della repubblica ha detto...

Nel caso in cui gli scrutatori vi facessero problemi di inattuabilità della procedura appellatevi al
seguente testo di legge:
Testo Unico delle Leggi Elettorali, D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 - Par. 55) :
Il segretario dell'Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel
processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire
4.000.000.

Anonimo ha detto...

Scusate l'enorme ignoranza, ma questa modalità è praticabile solo per le elezioni politiche o vale anche per le amministrative?
In secondo luogo, ma perché se non do voto, la mia scheda avvantaggia indirettamente chi ha più voti? Mi fate capire? Grazie...

Paolo

Paso ha detto...

Come disse qualcuno... una PORCATA di legge

[...]
Quanto alle modalità di votazione, l'elettore esprime un solo voto per la lista prescelta; non è previsto alcun voto di preferenza.
I seggi sono ripartiti proporzionalmente in ambito nazionale tra le coalizioni di liste e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento previste dalla legge. Sono ammesse alle ripartizione dei seggi soltanto le coalizioni che abbiano raggiunto almeno il 10% del totale dei voti validi e, al loro interno, le liste che abbiano ottenuto il 2% dei voti, le liste rappresentative di minoranze linguistiche con almeno il 20% dei voti della circoscrizione e la lista che abbia conquistato più voti tra quelle che non hanno conseguito il 2% dei voti. Partecipano inoltre alla ripartizione dei seggi le liste che non fanno parte di alcuna coalizione, a condizione che abbiano avuto almeno il 4% dei voti a livello nazionale. [...]

legge 21 dicembre 2005, n. 270

http://www.camera.it/parlam/leggi/05270l.htm

tarzan della repubblica ha detto...

La voce sull'assegnazione delle schede nulle o bianche al premio di maggioranza non è stata verificata. Controlla al sito della Camera www.camera.it/parlam/leggi/05270l.htm se riesci a venirne fuori integro facci sapere.

tarzan della repubblica ha detto...

Male male, non lasciarla bianca per impedire manomissioni, annullala come si deve!

Anonimo ha detto...

ma a questo punto non è meglio stare a casa e non andare proprio a votare?

Paso ha detto...

se stai a casa e non voti il tuo "non voto" non viene conteggiato...echissenefrega!
sta tutto li far "contare" il disappunto ;)

trinity ha detto...

No! Bisogna andare invece e manifestare il proprio NON VOTO...basta rimanere nell'ombra e lasciare che la barca continui ad andare...rimanendo a casa continuerebbero a fare ciò che hanno sempre fatto...alias SCHIFO!

Anonimo ha detto...

Negli ultimi anni, gl'italiani si distinguono per 3 cose rispetto alla media dei comportamenti in Ue e Usa. 1) Il contenimento delle nascite, giusto e razionale in un contesto globale di allarme demografico, ma senza alcun merito se è (come è) inconsapevole o per ri-strette necessità; 2) hanno investito molto nell'immobile/bene-rifugio (egoistico: il 75% ha una o più case in proprietà)e poco in borsa con un risultato disastroso e incivile (tanti sfrattati dal carofitto, frutto dell'ignavia di politici, "ambidestri", che non vengono toccati di persona e che all'occasione non manca chi gli vende -- o gli fitta -- la casa a prezzi stracciati!) e il paradosso che la casa costa il doppio - o più - rispetto alla Germania (a Brad Pitt è costata un terzo che a Milano)che ha stipendi e servizi migliori; tanto i giovani, deposta l'ideologia, sedati da sostanze e tv, non alzeranno barricate come i loro genitori; qualche urla da stadio e via a...sopravvivere (per fortuna a "tempo determinato"!!). Colpa dei sessantottini (baby boomer?), troppo permissivi, senza imporre valori e limiti ai loro "bambini"? 3) La strana affluenza al voto, che supera almeno del 20 o 30% quella dei cosidetti paesi più avanzati (l'Inghilterra e gli Usa... di Saul Bellow “siamo reduci di un periodo ludico, del paese dei balocchi...”, di Arthur Miller “ ...un paese che diserta il voto e disinteressato...la smettano di dare lezioni agli altri... , di Mailer, di Gore Vidal ..."le verità e le tristi bugie di Bush" ...che è stato eletto per una manciata di voti,537...laddove l'80% dei giovani non va a votare e il 25% è “illitterato”...e ci si lascia coprire di ridicolo – il “coriandolo” - per l'imperfetta foratura delle schede). Dopo le "bufale" di mozzarelle, resta ben poco di cui essere fieri, se "annulliamo" la scheda per bruciare, forse, l'unico "primato".A meno che non si voglia essere filo-angloamericani sino in fondo? (

tarzan della repubblica ha detto...

Se una cosa come le elezioni politiche è ILLEGITTIMA, come fai a spiegare che non lo accetti? Con il VOTO! Mi pare di no.

Anonimo ha detto...

da LA STAMPA "BUONGIORNO" "La campagna inguinale" di Massimo Gramellini ).... Ancora nessuna notizia da democratici e dintorni: chessò, reggicalze coi gancetti a forma di V, manette erotiche autografabili da Di Pietro e stivaloni che rechino tatuato in pelle «Si può fare», le parole con cui Frankenstein junior rianimava il mostro nel film di Mel Brooks. Speriamo se ne astengano, almeno loro. Gli altri invece non hanno proprio resistito alla tentazione di darmi un buon motivo per non votarli. commenti:

..."Ancora nessuna notizia da democratici..." Difficile, da circa 10 anni Vetroni resta "impotente"in quell'area, dopo che Staino fece dire a Bobo, rispondendo alla domanda della figlia: "Papà ma è vero che Veltroni è clintoniano?", "Sì, ma non dalla cintola in giù"! Insomma, libidine di testa e non di pancia...come quelle/i della 194. Chissà se però i cadeau da sexi shop sono peggio delle scarpe "sinistre" (la destra solo se vinceva la dx) di Achille Lauro nella (tuttora) ingovernabile Napoli?
scritto da Mauro email: mauro_catarinella@libero.it 31/3/2008 11:10

Anonimo ha detto...

Il fantasma del non voto LA STAMPA (Opinioni) 1/04/08 di MICHELE AINIS
Può darsi che io viva sulla luna, o forse l’Italia è ormai la luna, una crosta tutta sforacchiata dove i vuoti prevalgono sui pieni, dove l’assenza è l’unica presenza. Sta di fatto che inciampo continuamente su un fantasma: quello del popolo votante. Tendo l’orecchio per strada, in autobus, al bar, nei conciliaboli fra colleghi, amici, familiari - e ovunque ascolto un’idea di diserzione, l’idea di lasciar deserta l’urna elettorale. Accendo il computer, e dalla rete rimbalza sullo schermo l’appello del non voto. Non solo tra i grillini, non solo tra gli anarchici o tra chi ha fatto della protesta un sacerdozio, bensì tra i liberali (è il caso di Veneto liberale), così come tra circoli e associazioni delle più varie risme. Ai nastri di partenza della gara elettorale si era presentato perfino un partito, il cui stesso nome recava in sé un ossimoro: «Io non voto». Poi, però, non ha raccolto le 100 mila firme necessarie; almeno in questo, i suoi (non) elettori hanno offerto prova di coerenza...sondaggi sull’astensionismo suonano ancora più allarmanti: tale per esempio il dato diffuso lo scorso 17 marzo da Ipr Marketing, secondo cui il 37% dei giovani non andrà a votare. Perché dunque l’esito del voto verrà determinato dal non voto. O meglio, dal voto espresso nel 2006 da parte di chi stavolta non userà la scheda elettorale. Insomma per la sinistra l’astenuto di destra peserà più del vecchio militante di sinistra. E viceversa, naturalmente...la norma costituzionale che proclama il «dovere civico» del voto? Tanto che negli Anni Cinquanta l’elettore non votante aveva l’obbligo di giustificarsi di persona presso il sindaco, che a sua volta ne affiggeva per un mese il nome sull’albo comunale, e per sovrapprezzo gli macchiava il certificato di buona condotta...e lo scontento nazionale: i programmi fotocopia, le promesse buone per i grulli, l’aria da inciucio post-elettorale, le liste piene di signorine signorsì, e più in generale un senso di frustrazione, d’impotenza...gli astensionisti s’appellano al diritto evocato nell’Antigone di Sofocle, il diritto d’opporsi contro una legge ingiusta. Ecco, è proprio il divorzio fra giustizia e legge la colpa più nefanda di cui la politica si sia resa responsabile. Ed è questo divorzio che ha allevato poi l’antipolitica, la quale giunge adesso al suo primo riscontro elettorale. Nel 2006 il non voto toccò quota 9 milioni. Se il 13 aprile - come tutto lascia presagire - vi s’aggiungerà un altro milione d’italiani, otterremo una misura della nostra malattia. micheleainis@tin.it

Anonimo ha detto...

Rispettiamo le scelte di tutti LA STAMPA 7/04/08 (Posta e risposta)
Sono un ammiratore del professor Ricolfi ma non condivido affatto l’appello all’astensionismo sviluppato nell’articolo «Voto, non voto» pubblicato sabato 5 aprile. Appello che, francamente, stona sulle pagine di un giornale di grande tradizione civile e liberale come La Stampa.
GIULIO PODESTÀ, TORINO
Gentile signor Podestà,
le sono grato per la sua lettera, perché mi dà l'occasione di dissipare un equivoco. Né in questa occasione né in altre mi permetterei di invitare i cittadini a fare qualcosa piuttosto che qualcos'altro, perché detesto gli appelli e penso che ognuno possa e debba decidere con la sua testa. Nel mio articolo di sabato non ho affatto invitato a non votare (ci mancherebbe!), ma ho semplicemente ricordato che fra coloro che non scelgono alcun partito, oltre ai soliti qualunquisti e indifferenti, ci sono molte persone degnissime che non meritano di essere trattate da «cittadini di serie B» o nemici del cambiamento, come invece hanno fatto diversi politici e commentatori.
Ho la massima considerazione per chi ritiene di avere abbastanza informazioni per preferire uno dei due partiti principali, come per chi esprime un voto di appartenenza o di simpatia. Ma ne ho altrettanta per quanti pensano che il voto sia diventato una scommessa al buio, e dalla politica si aspettano molto di più di quanto oggi essa stia dando.Insomma, ognuno faccia quel che vuole ma - per favore - rispettiamo le scelte di tutti. LUCA RICOLFI Credo che basti e avanzi per ulteriori riflessioni, in questa settimana, per decidere di (non) votare in totale autonomia. "votantonio votantonio votantonio..."

Anonimo ha detto...

La scelta di non scegliere LA STAMPA "Posta e risposta" 9 aprile 2008
E’ una vergogna che La Stampa ospiti un articolo come quello di Ricolfi di sabato 5 aprile. E’ una vergogna che si voglia argomentare sulla rispettabilità della «scelta» di non scegliere. Il ragioname- nto di Ricolfi è semplice: siamo in trappola perché non possiamo prevedere come i politici useranno il nostro voto. Perché, prima d’ora era diverso? Forse chi ha votato per Berlusconi sapeva che avrebbe fatto leggi pro domo sua e aziende di famiglia anziché per il bene del Paese? E chi ha votato per Prodi sapeva che non sarebbe riuscito a varare neppure la legge sul tanto sbandierato conflitto di interessi? No, non penso che sia l’incertezza su come verrà usato il voto la caratteristica di queste elezioni. Credo invece che incitare al non voto o, peggio, fornire una copertura intellettuale a tale decisione sia irresponsabile. A proposito poi del comportamento futuro dei politici eletti, tutti i principali candidati premier hanno già dato prova di sé, in passato. L’elettore quindi non è in trappola: se è soddisfatto dei loro comportamenti li può votare, in caso contrario no. C’è comunque una alternativa. L’unica vera novità, da molti anni, si presenta proprio in questa tornata elettorale. Si chiama Partito democratico.Mi sembra però importante che si scelga qualcuno per rappresentarci,perché è questa la radice e la sostanza della democrazia rappresentativa E’ solo con il voto che si esprime la fiducia, il gradimento o la contrarietà nei confronti dei nostri delegati. E’ solo con il voto che si possono orientare le scelte politiche del nostro Paese. In alternativa, forse, sarebbe meglio tacere o (magari!) emigrare. PAOLO MACCARRONE, TORINO

Anonimo ha detto...

Corriere della Sera 10 aprile 2008 L'ELETTORE E LA SCHEDA VOTO DI SFIDUCIA COSTRUTTIVO
di Giovanni Sartori


Mai come questa volta molta gente è incline a non votare. Anche perché mai come questa volta la gente non sa per chi votare. Mi astengo? Mi turo il naso? Pensa e ripensa mi è venuta una pensata.

Lasciamo da parte il nocciolo duro dei partiti, i fedeli che votano e voteranno sempre per il loro. Il fatto è che gli «infedeli » sono aumentati, e che in questa elezione il numero dei cosiddetti indecisi arriva ad essere stimato addirittura un terzo dell'elettorato. Si sa anche che un buon numero di questi indecisi ha deciso di non votare: sono infuriati e ce l'hanno con tutti. Questi signori hanno ragione di essere infuriati. Ma astenersi a cosa serve? Punisce davvero la Casta? Rimedia davvero qualcosa? Temo di no.

Se verrà fuori, a elezioni avvenute, che i votanti sono diminuiti di parecchio, è sicuro che i nostri politici non riconosceranno che le astensioni in più sono punitive, sono astensioni di rigetto (e non di disinteresse). Diranno, semmai, che ci stiamo «normalizzando» ai bassi livelli di voto di molte democrazie. Tutt'al più verseranno lacrime di coccodrillo sul fenomeno del crescente distacco dalla politica.

Una conferma di quanto ho scritto nel 1° post...

Anonimo ha detto...

LA STAMPA "Posta e risposta"11 aprile 2008 Perché recarsi alle urne?
Perché recarsi domenica alle urne? La degenerazione della politica ha raggiunto tali livelli che gli elettori oramai sono in preda allo sconforto; ci vorrebbe non tanto lo psichiatra per i pm, ma l’assistente spirituale per i 47 milioni di votanti. Il cittadino comune, lontano da qualunquismo e indifferenza, non crede più a questi nostri onorevoli, checché loro ne dicano. Quello che è successo in questi ultimi anni è senza precedenti. Non è un ciclico «è sempre stato così»: c’è stata «la casta» (non è solo il libro di Stella e Rizzo) e c’è tutt’ora. Questa ondata di antipolitica dovrebbe aver delegittimato parlamentari e senatori. Il paese è a crescita zero, a rischio di recessione economica e loro sono ancora là, con la faccia tosta, attaccati alle loro poltrone, in litigio per Cuffaro, Ciarrapico, il bacio alla Costituzione e i soldi alle casalinghe. Se gli italiani il 13 aprile andassero al mare, potrebbero mandare a casa tutti questi signori, avviando così un «rinascimento italiano» SERGIO BENETT, DUEVILLE (VI)